Anna arriva da me con un’amica.
“In due ci facciamo coraggio”, mi hanno detto. E io intanto mi chiedevo se sono così “spaventosa”!
Rileggo i miei appunti presi su Anna durante il nostro primo incontro, le sue testuali parole: “Sono una barista, ti lascio immaginare! Non ho tempo per fare attività fisica e ho un’alimentazione squilibrata. Prima ero una persona attiva, ora.. la verità è che non ho voglia. Sì, la mia è più che altro pigrizia! E poi ho mal di schiena..”
Quando le chiedo quale sia il suo obbiettivo, si mette subito una mano sulla pancia: si sente sempre gonfia, con problemi di meteorismo, e tutti quei sintomi poco simpatici legati alla sindrome dell’intestino irritabile.
“È diventata un’ossessione. Non so più come comportarmi, specialmente quando mangio fuori.. insomma, ormai non esco nemmeno più volentieri a cena. Forse è un problema di intolleranze alimentari, dici che dovrei fare il test?”
Mi parla di tutti gli alimenti che ha pian piano eliminato dalla sua dieta, di altri problemucci di salute, di un episodio di intossicazione di qualche anno prima.
Io annoto tutto.
Annoto anche quello che non mi dice: la tensione sul suo viso, quel velo di tristezza che la avvolge, la piccola ruga ai lati della bocca, mentre mi dice che ultimamente non ha più voglia di comprarsi da vestire.
Anna ama il suo lavoro, le piace il contatto con la gente, ma a volte qualcosa la fa arrabbiare, e lei “il nervoso” se lo tiene tutto dentro.
Anna ama il suo compagno, a volte però sente la responsabilità di essere forte anche per lui, e non cerca aiuto per non disturbare.
Anna ama la sua vita, ma ora le manca lo sport, un paracadute su cui contare, un corpo che la faccia sentire energica.
Al primo controllo, dopo solo 15 gg, Anna era rinata. 🤩
“Non so se sono calata, ma mi sento da dio! Il gonfiore è praticamente sparito, non puoi capire quanto questa cosa mi faccia sentire più libera!”
Più libera di parlare quando qualcosa non va, più libera di prendersi del tempo per sè, più libera di azzardare una piccola corsa quando si sente di potercela fare.
Anna fiorisce.
Più la vedo ai controlli, più i suoi colori sono vividi, la pelle del viso più distesa, la sua luce più forte. È più disinvolta, più aperta, si vede che sta bene nel suo corpo anche solo nel modo di sedersi sulla sedia.
Passano i mesi e ogni volta è quasi incredula nel vedere il peso che scende, ripetendo a me e a se stessa che “non sto facendo fatica, semplicemente sto più attenta, mi dedico del tempo per mangiare, mi fermo quando mangio, bevo di più e ho ripreso a fare un po’ di movimento!”. È tornata ad essere la persona ATTIVA di una volta.
“Sì, a volte le scariche, i disturbi o il gonfiore tornano, ma mi rendo conto che sono legati allo stress della giornata, o a qualche mio pensiero.. e allora basta mettere le scarpe da ginnastica, e pian piano tutto passa..”
L’ultima volta che l’ho vista era un po’ infastidita: “Un sacco di gente mi chiede incredula cosa ho fatto, parlo di te, do il tuo numero.. poi le rivedo e di nuovo la stessa frase, ma intanto non ti hanno chiamata. Ma dico io, vai: inizia il tuo percorso, vedrai come starai meglio poi!!!”
Rispondo con dolcezza: “Sai, Anna, ad ogni persona il suo tempo. Non è facile per nessuno, ed è meglio aspettare il momento giusto, che iniziare un percorso pieni di dubbi! CI VUOLE CORAGGIO a rimettersi in gioco, a prendere in mano la propria vita e trascinarsi fuori dalla zona di comfort. Tu sei stata bravissima, ne hai avuto tanto e continui a mantenere il tuo risultato: sii fiera di te perchè io lo sono tantissimo!”
E poi fra me e me penso che al primo incontro siete venute in due.. perchè insieme ci siamo fatte coraggio!